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HTML - Usabilità e utente
Usabilità e utente

Torniamo ora alla definizione generale di usabilità fornita nella lezione precedente. Si dice usabilità:

l'efficacia, l'efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti.

Prestiamo attenzione alla ripetizione della parola determinati: determinati utenti, determinati obiettivi, determinati contesti.

Infatti l'usabilità non è una proprietà di un oggetto, ma dell'interazione fra l'oggetto e colui che lo utilizza. Per esempio il pannello di controllo di un aereo non è certamente usabile per un utente inesperto, ma dovrebbe esserlo per il pilota:

 

In pratica ogni oggetto dovrebbe essere progettato tenendo presente a quali utenti si rivolge, quali sono le condizioni di uso abituali e a che scopo viene usato. Una normale penna biro è perfettamente usabile per chi sa scrivere, ma probabilmente risulta un oggetto dagli scopi misteriosi per chi non ne è capace.

Dunque la progettazione di un oggetto usabile non può prescindere in generale dalla conoscenza delle caratteristiche di coloro che useranno l'oggetto stesso. L'usabilità è una proprietà dell'interazione fra oggetto e utilizzatore. In un certo senso non esistono oggetti usabili (o non usabili) in assoluto, ma solo oggetti che sono usabili da determinati utenti in determinati contesti...

Usabilità e modelli concettuali

L'usabilità è un concetto che si situa a cavallo di numerose discipline: psicologia cognitiva e sperimentale, design, progettazione etc.

In generale il problema dell'usabilità si pone quando il modello del progettista (ovvero le idee di questi riguardo al funzionamento del prodotto, che trasferisce sul design del prodotto stesso) non coincide con il modello dell'utente finale (ovvero l'idea che l'utente concepisce del prodotto e del suo funzionamento). Il grado di usabilità aumenta proporzionalmente all'avvicinamento dei due modelli (modello del progettista e modello dell'utente).

Facciamo un semplice esempio. Vogliamo riscaldare un forno elettrico (come i forni normalmente usati nelle cucine) e possiamo a tale scopo agire su una manopola graduata con diverse temperature:

Supponiamo che il nostro scopo sia riscaldare il forno il più rapidamente possibile a 200 °C. Come regoleremo la manopola della temperatura?

Molti penseranno che conviene regolare la manopola alla temperatura massima possibile (275 °C nella nostra figura) in modo di rendere più rapido il processo di riscaldamento. Questa deduzione si basa su un modello mentale (da parte dell'utente) di come dovrebbe funzionare il forno. Tale modello mentale suppone che la potenza riscaldante del forno sia tanto maggiore quanto più alta è la temperatura impostata: di conseguenza, impostando una temperatura più alta, il forno dovrebbe riscaldarsi con una potenza maggiore e dunque più rapidamente.

In realtà normalmente i forni elettrici non funzionano in questo modo. In essi c'è una resistenza di riscaldamento che può funzionare solo in due modi: accesa oppure spenta. Quando accendiamo il forno (con qualsiasi temperatura impostata) la resistenza viene accesa alla potenza massima. Quando viene raggiunta la temperatura impostata con la manopola, la resistenza viene spenta. Di conseguenza la velocità con cui il forno si riscalda è indipendente dalla temperatura finale impostata con la manopola.

Possiamo osservare come in questo caso il modello mentale dell'utente non coincide col modello usato dal progettista e, di conseguenza, l'uso dell'oggetto potrebbe essere scorretto.

Per fare un altro esempio, se su una pagina web trovo una parola sottolineata in colore violetto, di solito suppongo che si tratti di un link e dunque immagino che, cliccandoci sopra col mouse, si venga indirizzati a un'altra pagina. Ora provate a cliccare su questa scritta e osserverete che non accade nulla. Infatti il codice html associato è il seguente:

Ora provate a <span style="text-decoration:underline; color: purple">cliccare su questa scritta</span> e osserverete che non accade nulla.

Notiamo che il link è stato "simulato" con un elemento span e opportuni stili. L'utente però ha un modello mentale per cui le parole sottolineate in violetto sono link e dunque rimane spiazzato da un codice di questo genere.

 

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